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Valutazione di algoritmi e plugins per il restauro di files audio |
Candidato: Stefano Ganzel Relatore: Francesco La Camera Abstract: L'introduzione dei nuovi media digitali di alta qualità audio, quali il Compact Disc (CD) e il nastro audio digitale (Digital Audio Tape – DAT), ha alimentato notevolmente le aspettative sulla qualità del suono, in tutti i tipi di registrazioni audio e determinato progressive modificazioni della sensibilità uditiva. Assieme al sempre più vivo ed attuale interesse per gli archivi di materiale sonoro relativi a registrazioni musicali, discorsi storici o altro materiale audio, il "ripristino" delle sorgenti degradate si è trasformato in un campo di ricerca sempre più attraente ed importante. In questo lavoro si cerca di prendere in considerazione le applicazioni delle più moderne tecniche d'elaborazione dei segnali, per il "mantenimento" ed il "ripristino" delle sorgenti audio degradate. Oltre a fornire una descrizione delle metodologie maggiormente utilizzate, si è cercato di esplorare gli attuali campi di ricerca e per quanto possibile le tendenze future. Queste tecniche, basate essenzialmente sull'elaborazione digitale del segnale audio, sono essenziali per tutti coloro che sono interessati alla registrazione musicale, o in generale alla registrazione audio e all'industria di remastering e restoring rivolta sopratutto alla creazione di nuove librerie multimediali. Diversi sono i motivi che fanno del "Restauro del Segnale Audio" (RSA) una linea di ricerca sempre più attuale. Alle esigenze archivistiche di un patrimonio culturale di vecchie registrazioni, che rischia purtroppo di andare perduto, a causa del continuo e costante degrado dei supporti fisici che contengono il segnale audio, si unisce anche il sempre più vivo interesse del pubblico per le esecuzioni storiche e i documenti del passato, indotto dall'alta qualità audio di supporti come il CD o il DAT e dalla perfezione raggiunta nelle registrazioni audio. Il senso che viene attribuito al termine Digital Audio Restoration (DAR) e ancor di più la traduzione del termine in italiano può portare ad ambiguità. Tutto però dipende dal fine stesso che si desidera ottenere mediante le diverse tecniche di Restauro che possono essere impiegate e in particolar modo da quelle introdotte attraverso l'elaborazione del segnale audio. Una prima interpretazione, legata direttamente alle esigenze archivistiche, è essenzialmente quella per cui, con tale procedura, si cerca di ristabilire, anche se si tratta di una mera illusione, "il suono" della registrazione originale. In tal caso, ogni elaborazione viene applicata con lo scopo di ottenere una copia quanto più fedele, generalmente digitale, del segnale conservato analogicamente sul supporto originale. In questa situazione non si può parlare di vero e proprio "restauro" o "ripristino", ma piuttosto di "trasferimento" dal supporto analogico a quello digitale (Digital Remastering - DR). Di conseguenza, tutti i rumori, i sibili, i fruscii, i crackle, i ronzii presenti sul supporto analogico originale, saranno udibili anche nel nuovo supporto digitale. Una seconda linea di pensiero è quella per cui, mediante il DAR, si deve cercare di rimanere il più possibile aderenti alle "esecuzioni originali" piuttosto che alla registrazione vera e propria. L'idea quindi è quella di trasformare una vecchia registrazione in una registrazione "attuale". In altre parole, l'obiettivo è quello di eliminare "il suono" corrispondente alla vecchia registrazione e di ristabilire l'"esecuzione" originale. Per far questo si rende necessaria l'applicazione di alcune procedure per la pulizia di tutti i rumori sovrapposti all'esecuzione originale, indotti sul supporto, dall'uso e da vari agenti esterni. Se il valore artistico di una registrazione è fortemente compromesso dal rumore dovuto al deterioramento, il solo mantenimento digitale non è sufficiente ed il "restauro" diviene necessario. |
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